SACER
In Pasolinis Filmen wird indirekt der homo sacer von bestimmten Figuren verkörpert, beispielsweise von Stracci aus La ricotta oder Ettore aus Mamma Roma. Die Etymologie des Begriffs sacer lässt sich zurückführen auf die Antike. Ein homo sacer ist in der archaischen römischen Gesetzgebung derjenige, der als heilig und zugleich als straffrei tötbar, indes aber nicht als opferbar gilt. Giorgio Agamben zeigt, dass ein homo sacer aus dem profanen und religiösen Rechtsraum ausgeschlossen ist. Dieser doppelte Ausschluss stellt so aber zugleich einen doppelten Einschluss dar.
Auf provokativ und plakativ umgesetzte Weise durchdringt die Figur des homo sacer in La ricotta zwei Handlungsebenen. Die Umsetzung ist durch einen Film im Film inszeniert, die fiktive Wirklichkeit wird in der römischen Peripherie von dem subproletarischen Schauspieler Stracci (von it. straccione, dt. Lump) dargestellt (→Periferia), der in der innerfilmischen Fiktion einen Gekreuzigten spielt. Der gutmütige Stracci, der ladrone buono, versucht in den Drehpausen vergebens zu essen, ganz zur Freude seiner besser situierten Schauspielkollegen, die ihn zusätzlich demütigen. Es scheint als läge ein ,Fluch‘ auf ihm: denn gelingt es ihm doch, dann in einem Übermaß, welches am Ende des Films zum Tod führt. Hier entsteht ein deutlicher Bruch. Die beiden Ebenen fallen durch den Tod des Schauspielers Stracci (in der fiktiven Wirklichkeit) und somit des Gekreuzigten (in der innerfilmischen Fiktion) zusammen. Ein Großteil des filmischen Werks von Pasolini endet mit dem Tod am Kreuz oder der symbolischen Kreuzigung →Crocifisione.
Es handelt sich hier um eine gesellschaftskritische Adaption des ,Verlierers‘. Durch die vielen Elemente in La ricotta, die auf die Lebensumstände Straccis hinweisen, erkennt man den Einzelnen und dieser spiegelt die Gesellschaft wider. Die uomini sacri, ausgegrenzt und zugleich eingeschlossen in die Welt des Subproletariats Mitte des 20. Jahrhunderts mit all ihrer Armut und Not, sind nicht gewappnet dagegen, sich gegen das Unrecht das ihnen widerfährt, zu wehren. Sie werden zu Zeichen dieser Missstände →Humile. Man kann den Tod als das Symbol des Protests Pasolinis betrachten, das die Souveränität des Staates infrage stellt. Der Tod ist als tiefer Einschnitt zu sehen: als Existenz des Einzelnen die vergänglich, aber gerade deshalb heilig ist. Die Figur des homo sacer ist aktueller als wir es wahrhaben möchten und kann ohne Zweifel übertragen werden auf die globale Flüchtlingskrise des 21. Jahrhunderts.
Annette Antoniol
ANALFABETISMO · BORGHESIA · COMUNISTA · CROCIFISSIONE · DENTI · DISGRAZIATO · DIZIONARIO · GENOCIDIO · HUMILE · LUCCIOLE · MACCHINA · MAMMA · MIMESIS · PALAZZO · PERIFERIA · RELIQUIA · RICOTTA · RIVELAZIONE · SACER · SESSO · STOFFA · TELEVISIONE
SACER
Alcuni personaggi dei film di Pasolini incarnano indirettamente l’homo sacer, come ad esempio Stracci del cortometraggio La ricotta o Ettore in Mamma Roma. L’etimologia del termine sacer si collega all’antico. Un homo sacer è, secondo la legislazione arcaica romana, colui che può essere ucciso in quanto sacro e senza colpa, ma che non può essere immolato a vittima. Giorgio Agamben mostra quanto un homo sacer risulta escluso dalla giurisdizione profana e religiosa. Questa doppia esclusione rappresenta al contempo una duplice inclusione. La figura dell’homo sacer emerge in maniera provocativa e ostentata ne La Ricotta su due livelli di azione. La realizzazione è messa in scena attraverso un film nel film. La realtà fittiva è rappresentata dal sottoproletario Stracci (straccione, in tedesco Lump) della periferia romana →Periferia, il quale interpreta il ruolo di un uomo crocifisso nella finzione intrafilmica. Stracci, il ladrone buono, tenta invano di mangiare, durante la pausa delle riprese, per la gioia dei suoi colleghi attori, che godono di una condizione migliore e che lo umiliano. È come se aleggiasse su Stracci una ‘maledizione’ che lo porterà, alla fine, alla morte. Entrambi i piani crollano con la morte dell’attore Stracci (nella realtà fittiva) così come quella dell’uomo crocifisso (nella finzione intrafilmica). Gran parte delle opere filmiche di Pasolini terminano con la morte in croce del personaggio o con una crocifissione simbolica →Crocifisione. Si tratta di un adattamento della critica societaria dei ‘perdenti’. Medianti i molti elementi presenti ne La Ricotta, che richiamano l’attenzione sulle condizioni esistenziali di Stracci, si riconosce il singolo individuo, il quale rispecchia la società. Gli uomini sacri, esclusi e al contempo inclusi nel mondo del sottoproletariato della metà del XX secolo, con la loro povertà e i loro bisogni, non sono capaci di difendersi dalle ingiustizie da loro subite. Essi stessi sono segni di questi mali→Humile. La morte può essere considerata come simbolo della protesta di Pasolini che mette in forse la sovranità dello stato. La morte può essere dunque vista come svolta decisiva, come l’esistenza del singolo che è fugace e per questo motivo è sacra. La figura dell’homo sacer è più attuale di quello che si possa immaginare. La si può ritrovare, senza dubbio, nella crisi globale dei rifugiati del XXI secolo.
Annette Antoniol